Real-Fiction, che all'interno del "Selve" abbina arte contemporanea e teatro, sperimentando ogni anno diversi linguaggi espressivi, affronta, con la terza puntata, il tema della scultura.
La scultura è un'arte molto antica che risale alle origini dell'uomo che fin dall'inizio della sua storia ha sentito la necessità di modellare la materia per lasciare un segno indelebile di civiltà e cultura. Nel tempo ha poi subito diverse evoluzioni fino ad arrivare ai giorni d'oggi in cui si muove, si espande e spesso sconfina nell'installazione; talvolta si ispira alla classicità, ma la rivisita in senso moderno; spesso accosta materiali diversi e molte volte opposti; abbina tecniche consolidate e ne scopre di nuove; ma da sempre stimola tutti i sensi suscitando nuove emozioni.
Gli interpreti della rassegna di quest'anno sono tre giovani artisti che gravitano nell'ambiente culturale torinese da molti anni, pur avendo vissuto esperienze espositive e professionali in diverse parti d'Italia.
Gabriele Garbolino, che aprirà la rassegna, è sicuramente il più classico dei tre, colui che si avvicina di più alla scultura antica che però, in molte sue opere, viene "svecchiata" dalla presenza di elementi contemporanei (come gli occhialini dei nuotatori) e dall'abbinamento di materiali tipici del passato con alcuni più moderni.
Nei primi giorni dell'anno nuovo verrà inaugurata la mostra di Carlo D'Oria, il più eclettico degli invitati perché sperimenta ed utilizza per le sue opere diversi tipi di materiali - dal bronzo al ferro, dal marmo alla pietra, dalla carta al legno, dalla terracotta alla resina - in cui però la figura umana, sempre solitaria ed anonima, rappresenta l'elemento centrale ed imprescindibile, il punto di partenza e di arrivo della sua riflessione sul mondo contemporaneo.
L'ultimo protagonista della terza puntata di Real-Fiction sarà Danilo Bozzetto, il più contemporaneo dei tre, quello che più si avvicina ai nostri tempi, il più tecnologico. Egli infatti ambienta le sue opere in paesaggi fantastici e le progetta in digitale riuscendo così a realizzarle successivamente in maniera quasi perfetta, priva di imperfezioni.
Ognuno di loro interpreta dunque la scultura in maniera diversa; li accomuna la centralità della figura umana, che è una costante del loro lavoro. Nessuno di questi artisti è mai banale e le loro opere non sono mai fini a sé stesse perché, come diceva il grande Pablo Picasso "la scultura è l'arte dell'intelligenza".
"That's all Folks!"
Arrivederci al prossimo anno, arrivederci alla prossima puntata.
L'Assessore alla cultura
Fabio Cerato
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