Dettaglio
Esteta, dandy e osservatore privilegiato della realtà, Gozzano ha saputo, attraverso l’universalità dei suoi versi, farci agognare la bellezza delle cose e della persone semplici, in una declinazione piemontese. Emblema della sua poetica, la Signorina Felicita contiene tutti i temi principali di questo movimento letterario: dall’ antidannunzianesimo alla malattia, dal rifiuto del ruolo di “poeta” ufficiale al fascino per il mediocre quotidiano, passando per la costante tendenza gozzaniana all’ironia e alla parodia di se stesso. Lorena Senestro ci presenta una signorina Felicita sopravvissuta alla morte premature del poeta, ormai avanti con gli anni, intenta a ricordare il loro celebre incontro: imprigionata nel “salottino in disuso”, alla piemontese, utilizzato solo per le occasioni, Felicita fa ruotare di fronte allo spettatore come quadri d’ambiente di un vecchio carillon le storie e i personaggi delle poesie di Gozzano. Dialoga con il poeta disvelando quanto di umano si nasconde dietro all’immagine del letterato. La accompagna Andrea Gattico, nei panni del pianista da tabarin torinese, con papillon, canzoni e abito da sera, che rievoca quell’ironia tipica e quella fantasia bambina che pervade le poesie di Gozzano.