Dettaglio
Non è la prima volta che il teatro ragazzi usa la metafora del volo per
parlare del viaggio (dei viaggi) e nel contempo del cambiamento di un
giovane virgulto in pianta ma è la prima volta che utilizza il mezzo del
pastiche poetico.
In scena Annalisa Arione e Dario de Falco, aiutati da pochissimi elementi di
scena, (e soprattutto dalle loro braccia) sono due oche. Una sorella e un
fratello che forse devono volare. La minore arrivando la stagione delle
migrazioni ha necessità di partire,il maggiore invece è più esperto, ha
già viaggiato. Compito suo non è dunque volare ma è ben più difficile:
preparare la piccola al grande volo e poi forse lasciarla andare, certo
con grande sofferenza.
Come detto lo spettacolo non usa la tradizionale narrazione ma consiste in
un divertente e divertito omaggio composito, un miscuglio drammaturgico di
giochi e storie per insegnare, divertire e ovviamente preparare alla paura e al
diverso, poiché nel viaggio tutto può succedere: avventure, incontri
fantastici, grandi laghi ma anche coccodrilli e dai coccodrilli bisogna come
si sa guardarsi,specialmente le oche.